Autoguarigione

Il sistema di guarigione del corpo è difficile da prendere in considerazione dal punto di vista della medicina clinica. L’organismo umano è incredibilmente complesso e la sua capacità di autoguarirsi lo è ancora di più. Le interazioni tra mente e corpo sono assai rilevanti agli effetti della guarigione, ma manca un modello che consenta l’integrazione della mente nella realtà biologica.
Esempi di guarigione spontanea sono tantissimi, ne prendiamo uno banalissimo, ma ben conosciuto e ampiamente studiato, anche se molti non riescono a comprendere il suo significato più ampio: il processo di guarigione delle ferite.
Supponiamo di tagliarci un dito con un coltello. Le prime preoccupazioni sono: il dolore e l’emorragia. Il dolore diminuisce rapidamente e si comprende bene l’attività dei nervi periferici che informano il cervello della lesione. A meno di avere dei problemi di coagulazione, anche l’emorragia cessa in breve tempo con la formazione di un coagulo che si indurisce e si trasforma in una crosta protettiva.
Nel giro di ventiquattr’ore noteremo la comparsa di una zona infiammata intorno ai bordi della ferita: un’area decisamente dolente, arrossata, gonfia e calda. Si tratta della risposta immunitaria causata dalla migrazione dei globuli bianchi in quella zona per combattere l’ingresso dei germi, ed anche per eliminare dalla lesione le cellule morte o “moribonde”.


Il primo gruppo di cellule del sistema immunitario ad arrivare nella sede della ferita è quello dei “neutrofili”, i globuli bianchi più comuni che formano la dell’esercito del corpo. In seguito arrivano i “macrofagi” (grandi mangiatori) che sono in grado di ingurgitare e digerire grandi quantità di frammenti cellulari. Contemporaneamente a questa attività del sistema immunitario ha inizio la proliferazione delle cellule superficiali (epiteliali) che si trovano ai bordi della ferita. Dai margini al di sotto del coagulo si formano delle linee di cellule che si fondono al centro costituendo uno strato sottile ma continuo e che diventerà la nuova pelle.
A questo punto inizia una proliferazione più intensa di cellule fino a formare un tessuti tenero, roseo e granuloso che viene chiamato appunto tessuto di granulazione e che alla fine riempirà lo spazio della ferita.
Visto al microscopio questo tessuto di granulazione apparirà pieno di “fibroblasti”, cioè cellule che si occupano di sintetizzare le proteine che danno al nostro corpo la struttura architettonica, ed anche di nuovi vasi sanguigni, che all’inizio si presentano sotto forma di “boccioli” sui vasi esistenti ai margini della ferita.
Finalmente le cellule del sistema immunitario si possono ritirare e la nuova pelle si accresce e si ispessisce rendendo inutile la crosta.
A questo punto, a meno che la ferita non sia stata molto profonda, il dito ritorna come nuovo.
Senza entrare in dettagli troppo tecnici si può intuire che la guarigione di una ferita si gioca sul complesso sistema di equilibrio tra forze opposte: da una parte la stimolazione alla produzione di cellule, dall’altra l’inibizione alla crescita. Infatti senza un antagonista o inibitore si rischia una crescita incontrollata di cellule, d’altra parte una inibizione eccessiva impedirebbe invece la guarigione perché le ferite non si rimarginerebbero e sarebbero vulnerabili alle infezioni o a lesioni future.
Analoga situazione si presenta quando ci fratturiamo un osso. Il corpo è in grado di ricostituire la frattura.
Possiamo azzardare adesso una sintesi attraverso i seguenti punti:
La guarigione è una capacità intrinseca della vita. Il corpo possiede dentro di sé tutte le informazioni necessarie ad “aggiustarsi”.
Il sistema di guarigione funziona continuamente ed è sempre a disposizione.
Il sistema di guarigione ha capacità diagnostiche, cioè è in grado di riconoscere il danno.
Il sistema di guarigione può eliminare la struttura danneggiata e sostituirla con una normale.
Il sistema di guarigione non agisce solo per neutralizzare gli effetti di un danno, ma anche per mantenere strutture e funzioni normali.
Il processo di guarigione è spontaneo. E’ una tendenza naturale poiché al verificarsi di un “guasto” si attiva automaticamente il processo di riparazione.
Il sistema di guarigione dipende da un’interazione coordinata di fattori di stimolazione e di inibizione che influiscono sulla crescita e la proliferazione delle cellule.
Da questa premessa possiamo individuare che l’intervento esterno della medicina, quando necessario, dovrebbe essere un intervento non -violento e capace di favorire l’espressione delle potenzialità autoguaritrici del corpo. Si tratta di aiutare il corpo (in senso lato corpo-mente) a ripristinare l’equilibrio.
Sarebbe opportuno meditare su queste semplici osservazioni per capire l’importanza della consapevolezza del malato ai fini della scelta della terapia più efficace nel ripristinare lo stato di salute. Esaminiamole:
La guarigione é una forza naturale. Considerando che la specie umana, per la maggior parte della sua esistenza, non ha mai avuto medici a sua disposizione, possiamo, ai fini di una necessità evolutiva, supporre l’esistenza di un sistema di guarigione.
Il corpo sempre tende verso lo stato di benessere. La salute è una condizione di equilibrio perfetto, dove tutti i sistemi funzionano bene e l’energia scorre liberamente. Quando il corpo non è in equilibrio tende a recuperarlo, di conseguenza le terapie dovrebbero favorire questa naturale disposizione a ritornare in salute.
Il corpo è un tutt’uno e tutte le sue parti sono collegate fra loro. Il corpo è un’unità funzionale e quando si manifesta un dolore o qualsiasi sintomo da qualche parte si dovrebbe sempre considerare l’insieme, poiché il corpo facilmente compensa, andrebbero ricercati i collegamenti legati a quel sintomo.
Non esiste separazione tra mente e corpo. Questa è una affermazione importante che ancora trova ostacoli nella nostra mentalità. E’ più facile chiedere una pillola per far passare un mal di testa che ricercare le cause psicologiche che lo causano. Se questa affermazione si accetta nel campo intellettuale o filosofico, e in quelle che sono chiamate medicine alternative, ancora sono pochi gli studi e le ricerche in campo medico convenzionale.
Le opinioni dei medici influenzano molto le capacità di guarigione dei pazienti. E’ facile capire che il pessimismo o l’ottimismo di un medico sulle capacità di guarigione di un malato ha ripercussioni sullo stato emotivo dello stesso e questo sull’intero sistema di guarigione.
Il corpo può autoguarirsi e lo può fare perché è dotato di un sistema per curarsi da solo. A qualunque livello di organizzazione biologica, a partire dal DNA, esistono in noi meccanismi di autodiagnosi, autoguarigione e rigenerazione che sono pronti ad attivarsi in caso di bisogno. La medicina che utilizza tali meccanismi curativi innati risulta essere più efficace della medicina che si limita semplicemente a sopprimere i sintomi. E’ difficile rendersi conto, però, della complessità del nostro organismo e sarebbe auspicabile imparare a conoscerci meglio e ad aver cura di noi stessi proprio quando stiamo bene e poiché la salute rappresenta il funzionamento equilibrato di tutti i sistemi del nostro corpo aumentarne l’efficienza sarebbe un investimento per il futuro.
( articolo ispirato da “guarire da soli” di A. Weil)