Bhagavad Gita

La bhagavad-gītā è un poema filosofico-religioso indiano il cui titolo significa “Il canto del glorioso Signore”. E’ stato composto intorno al II secolo a.C. ed è il momento centrale delle vicende descritte nel Mahābhārata (la più grande epopea indiana) di cui fa parte. Essa rappresenta una sorta di “vangelo” per ogni indù. E’ stata commentata dai più grandi pensatori dell’India di tutti i tempi e tradotta più volte in tutte le principali lingue del mondo.

La bhagavad-gītā è un insegnamento completo. In essa trovano posto tutti i dharma, ossia le anime, con le loro proprie caratteristiche e predisposizioni. Trova posto pure il dharma più alto ossia la trascendenza di tutti i dharma per trovare la radice o l’essenza di ogni anima.

L’accostamento ad essa dipende dal particolare stato coscienziale di ognuno.

Ognuno trarrà beneficio seguendo il sentiero più idoneo alle sue attitudini e predisposizioni poiché, anche se la meta è unica, le strade per arrivarvi sono tante.

La bhagavad-gītā abbraccia e sintetizza vari sentieri di ricerca (Karma yoga, Jñāna yoga, Dhyāna yoga, Bhakti yoga ecc.) , sta poi al ricercatore scoprire la propria attitudine, la vera istanza del suo cuore e i mezzi o strumenti con cui portare avanti la sua ricerca, ricordando soprattutto che ogni sentiero sia esso filosofico, mistico, yoga ecc. è solo un mezzo e non il fine. Niente di strano quindi se dopo aver percorso un tipo di sentiero ci si rivolga poi altrove perché esso non risponde più alla nostra istanza.

La bhagavad-gītā è insieme teoria e pratica, offre quindi una serie di tecniche per riorientare la propria energia. In ultima analisi essa rappresenta una guida preziosa e utile a quanti si accostano all’autentica ricerca con sincerità e devozione.

Yoga e maternità

Dedicato alle donne in gravidanza

Oggi le donne in maternità sono in attività continua, spesso si tratta di donne in carriera che debbono stralavorare andando oltre i propri limiti generalmente sono donne che hanno conquistato delle tappe, e che hanno raggiunto una certa indipendenza (secondo voi come possono sentirsi ad accettare il fatto di riconoscere che non possono sostenere pesi, neppure quello della spesa giornaliera?), per queste donne è difficile riconoscere i propri limiti ed hanno soprattutto la difficoltà di chiedere aiuto e non danno retta al senso di affaticamento ed al bisogno di ascoltarsi e di fermarsi durante il periodo di gravidanza, integrando i cambiamenti non solo fisici ma anche emotivi.
Le Donne in gravidanza subiscono dei cambiamenti fisiologici ed ormonali in pochissimi mesi e la gestante in questo periodo ha una estrema necessità di rallentare i suoi ritmi giornalieri, e di ascoltare le proprie sensazioni ed esigenze, per poter accettare i propri cambiamenti sia a livello fisico psicologico ed anche emotivo, preparandosi gradualmente ad affrontare ed a condividere insieme al proprio partner con serenità e tranquillità tutti i nove mesi di gravidanza. Se la gestante è preoccupata sul lavoro, e nonostante senta la necessità di rallentare, non lo fa, ma supera una certa soglia di stanchezza e affaticamento, rischia tensioni e/o contrazioni.


Tutto cambia in lei e nel suo corpo, mentre dà il meglio di sé l'essenza della sua energia femminile che sboccia. Ma è come se ciò non venisse riconosciuto, perché nessuno le dà il sostegno di cui avrebbe bisogno né le attività giuste e calibrate. Infatti il mercato offre o attività sportive faticose, che si occupano solo del corpo, oppure tecniche mentali di rilassamento troppo passive in cui in realtà si impara a delegare ad altri. In questo periodo invece la donna ha bisogno di essere contemporaneamente sia attiva sia in uno stato di rilassamento mentale. Ha bisogno di essere considerata e di sentirsi protagonista nell'evento naturale che sta vivendo. E quindi necessario aiutarla a gestire in modo dolce consapevole tutti i cambiamenti e le prove che deve affrontare. In occidente, in realtà, manca un metodo che tenga conto della globalità dei vissuti e che armonizzi il corpo con la mente.

L'antica disciplina dello yoga risponde pienamente a quest'esigenza offrendo un metodo ampio, completo ed efficace. I più svariati bisogni della gestante trovano risposte adeguate che : coinvolgono il piano fisico, respiratorio, energetico, mentale della donna e la relazione con il "bambino dentro". Il corpo, per lo yoga non è soltanto un meraviglioso meccanismo biologico, ma è il punto d'incontro di tutti i piani di esistenza dell'Essere Umano. Lo hatha yoga (ha-sole, tha-luna) armonizza gli aspetti energetici: solare maschile e lunare femminile di ogni essere umano. Un disagio a livello psichico, di una certa entità, può trasformarsi in un problema fisico. Per esempio: Se la gestante ha grosse difficoltà ad accettare la gravidanza, questa ambivalenza emotiva può diventare disagio fisico.In genere non sempre siamo integri nelle nostre scelte si elabora una fase a livello psicologico ed emotivo prima di accettare dei cambiamenti, tutto questo anche nella gravidanza soprattutto nei primi mesi, si traduce in una parte che desidera il bambino e un'altra parte che non lo desidera.

La parte che non desidera, in genere non è accettata dalla parte che desidera, creando ambiguità a livello emotivo, in cui nei primi tre mesi di gestazione può tradursi in un problema d'aborto. Anche per questo conviene iniziare lo yoga non prima della fine del terzo mese, cioè dal quarto mese in poi per evitare problemi…..! Soprattutto se la gestante non ha mai praticato yoga. Superata questa fase del primo trimestre di gravidanza la gestante è fuori rischio e può tranquillamente dedicarsi ad una pratica yoga iniziale, poichè avvengono subito dei cambiamenti ormonali che creano una difficoltà di circolazione alle gambe; questo può comportare gonfiore ai piedi. Ma è interessante notare anche il contrario: un benessere fisico ha un'enorme ripercussione a livello mentale. D'altronde la gestante è in uno stato di unità e simbiosi con il bambino così come unità e simbiosi tra il livello fisico e il mentale. Durante la gravidanza cambia anche la digestione e cambia anche la facilità di eliminazione.

Capita spesso di trovare gestanti che hanno problemi di stitichezza che non hanno mai avuto prima, e per evitare problemi di emorroidi che possono venir fuori al momento del parto a causa della spinta a polmoni pieni. Quindi si consiglia un'alimentazione più adeguata per favorire l'eliminazione, evitando cibi astringenti. Oltre al nutrimento alimentare adeguato, si dovrà affrontare anche il nutrimento sensoriale e cioè sensibilizzarsi all' ascolto delle proprie sensazioni, capire se passeggiare in mezzo al traffico o passeggiare nel parco può darci una ricarica energetica maggiore. Da non sottovalutare il nutrimento emotivo, e un grande lavoro da affrontare nella coppia.

Aforisma

Camminando, semplicemente cammina. Stando seduto, semplicemente siedi. Soprattutto non tentennare. Yunmen Wenyan

Meditazione e conoscenza di Sè

Il mistero della vita è il mistero della mente. Non occorre invero andare molto lontano...nè su altri pianeti. Dice una massima della sapienza iniziatica:

“E' possibile conoscere?

E' possibile.

Come?

Dominando il pensiero, facendo a meno di credere, e liberandosi dalle passioni e dalla paura del nulla”.

Per ampliare il proprio livello di consapevolezza è necessaria una notevole dose di energia, e questa la si ottiene nella misura in cui si limita il proprio ego, l'immagine che si ha di se stessi.

Il senso dell'esistenza individuale che ciascuno ha non va d'accordo con il grande flusso dell'Energia cosmica.

Il freno sulle emozioni negative, sul parlare a sproposito, sulle piccole innocue abitudini di tutti i giorni e sulla immaginazione passiva, è la lotta che si deve scatenare dentro se stessi per limitare quel riflesso di sé che non è reale, (pur avendo la forza che si può riscontrare in ogni tiranno!).

Dei vincoli, sono questi che più di tutti legano l'individuo all'inerzia coscienziale e lo costringono a dissipare energia. Essi costituiscono dei “buchi” attraverso cui l'uomo disperde il suo potenziale energetico e vitale.

In questo mondo l'ego non è una Realtà, bensì una funzione simbolica, la cui verità è il sé o Atman, raggiungibile attraverso il Cuore-senza-pensieri, la pura Intuizione.

La meditazione, intesa come disciplina della coscienza, ha per scopo la strutturazione della mente intuitiva o “corpo buddhico” e l'espansione della propria consapevolezza sino alla “coscienza non dualistica” (Advaita), descritta nella sapienza orientale. Il sé è soltanto pura Coscienza, Non duale e Onnipervadente. Nella meditazione lo sviluppo della coscienza è direttamente proporzionale all'integrazione della dimensione transpersonale (Buddhi). Pertanto la coscienza personale anziché essere in rapporto esclusivo, quasi di sottomissione, con i sensi e i contenuti egoici in genere, deve aprirsi anche allo slancio intuitivo per integrare la dimensione universale, sede del Bene e del Vero.

La pratica iniziale del silenzio, in sede di meditazione, comporta il superamento di ogni distrazione, dal piano fisico neuro-muscolare a quello mentale proiettivo-immaginativo.

La coscienza di chi sta meditando deve porsi in una posizione osservante: osservando i contenuti entro il proprio spazio di consapevolezza si giunge a separare il soggetto che osserva dall'oggetto osservato (qualunque esso sia: dal pensiero alle emozioni), poi fermare il flusso dei contenuti osservati; purchè si rimanga sempre Osservatori allo stato puro, semplici Testimoni del divenire fenomenico (Maya).

La meditazione nelle religioni o filosofie orientali

In certe religioni o filosofie orientali come il buddismo la meditazione è l'atto di osservare (anche attraverso un'azione di riflessione introspettiva) la mente, alla ricerca di un possibile stato di nirvana. Detto altrimenti la meditazione è una capacità della mente che favorisce un percorso interiore e che ne è influenzata. Attraverso la dinamica del modo di operare della mente, si può riuscire a riconoscere la distinzione tra un io egocentrico, che si identifica con l'essere io (nome) e l'Io (sé) in grado di osservare l'osservatore (oggettivizzare il soggetto). Questo metodo comporta quattro stati di coscienza:

  • vedo l'oggetto
  • mi accorgo di vedere che vedo l'oggetto
  • mi accorgo di vedere il vedere che vede l'oggetto
  • assorbimento in uno stato che supera la dualità soggetto/oggetto al di là dell'espressione e della comunicazione convenzionale.

Tale stato di "pura consapevolezza senza oggetto" può essere raggiunto anche con altri generi di pratiche meditative: ad esempio la meditazione trascendentale si basa sulla ripetizione mentale di un mantra. In ogni caso il termine "meditazione", com'è inteso normalmente nella lingua italiana, si rivela inadeguato a dare un'idea efficace di questo tipo di pratiche: un termine meno impreciso potrebbe essere contemplazione.